
L’analisi tecnica si occupa dello studio dei prezzi e delle quantità allo scopo di individuare la tendenza del mercato e di evidenziarne i punti di svolta dando così l’indicazione sul “timing” degli investimenti.
I sistemi di studio dell’analisi tecnica si dividono in due grandi gruppi:
Sistemi euristici
I sistemi euristici possono essere suddivisi a loro volta in:
Sistemi euristici grafici
Sistemi euristici quantitativi
Il loro scopo è quello di identificare i punti di svolta mediante:
Le figure dei grafici
Gli indicatori dei modelli matematici
I sistemi statistici si dividono in due gruppi:
Sistemi statistici tempirale che studiano i prezzi in funzione del tempo, utilizzando medie mobili e regressioni
Sistemi statistici frequenziali i quali studiano le “onde di mercato” della storia passata nell’intento di riproporle come previsione futura
Principi fondamentali dell’analisi tecnica:
Gli indici scontano tutto ( tutti i fattori sono riflessi nella dinamica della domanda e dell’offerta, ad esclusione di fatti imponderabili e di portata eccezionale)
Il mercato ha tre trends. Secondo Dow un trend è in atto fintanto che ogni rally al rialzo (nel caso di un uptrend) porta a nuovi massimi ed ogni correzione da detti massisimi finisce su un minimo superiore a quello della correzione precedente.I tre trends sono: primario (da uno a quattro anni), secondario (da tre settimane a tre mesi), il minore (< 3 settimane). Dow paragona le tre fasi alla marea, alle onde ed ai frangenti delle onde.
Il trend primario ha tre fasi: accumulazione (mani forti), espansione (trend followers), speculazione (parco buoi)
Gli indici si devono confermare a vicenda: un preciso segnale rialzista o ribassista si verifica se non c’è concordanza nel movimento degli indici.
Il volume deve confermare il trend.
Un trend è in atto fintantoché non esiste un segnale definitivo di inversione di tendenza (rottura del binomio massimi e minimi crescenti in un uptrend o del binomio minimi e massimi decrescenti in un downtrend).
Le regole sopra vengono applicate solo in base ai prezzi di chiusura, non sono significative le rotture intraday. Inoltre il movimento dei prezzi in laterale (entro un massimo e minimo costanti) può verificarsi sul fondo di un ribasso in cima ad un rialzo o nel corso di un trend. Tali fasi di consolidamento vengono definite rettangoli.
Ultimo, ma non per questo meno importante, la storia si ripete, pur nell’unicità di ciascun momento rispetto a tutti gli altri.

I tre settori dell’analisi tecnica
L’analisi tecnica può essere scomposta in tre aree fondamentale: gli indicatori di aspettative (sentiment indicators), gli indicatori di flussi di fondi e gli indicatori di struttura del mercato. Riguardo al mercato azionario degli Stati Uniti è possibile ottenere dati e indici su ciascuna delle tre aree.
Indicatori di aspettative: registrano i comportamenti dei diversi operatori del mercato, come per esempio il cosiddetto “investitore comune”, i fondi comuni e gli operatori professionisti. I sentiment indicators, che registrano le intenzioni di tali investitori, si spostato da un estremo all’altro quando il mercato passa dal minimo di una fase orso al massimo di una fase toro. La logica di base dell’utilizzo di simili indicatori è che i diversi gruppi di investitori si comportano in modo simile nei momenti significativi in cui il mercato cambia tendenza. Per esempio gli insider (operatori in possesso di informazioni di “prima mano” e i membri interni del New York Stock Exchange (NYSE) tendono ad agire correttamente nei punti in cui il mercato cambia tendenza. Al contrario i fondi comuni e i consulenti nell’insieme si comportano in modo errato, poiché, regolarmente investono al rialzo intorno ai massimo e al ribasso intorno ai minimi. Dal momento che, nei punti di svolta, l’opinione della maggioranza è solitamente sbagliata, questi indicatori della psicologia di mercato sono una valida base su cui formare un’opinione contraria.
Indicatori di flussi di fondi: questo tipo di analisi si occupa soprattutto dell’equilibrio tra domanda e offerta che precede la transazione (before the fact), altrimenti detto rapporto a preventivo. Se a un dato prezzo ci sono, ex ante, più compratori che venditori ne consegue che il prezzo effettivo, ex post, dovrà salire per consentire l’incontro tra le parti. Infatti, il prezzo al quale una transazione di azioni viene effettuata deve essere lo stesso per chi compra e chi vende, è naturale che l’ammontare del denaro che esce dal mercato equivale a quello che vi entra; e in corrispondenza di ciascuna vendita ci deve essere ovviamente un acquisto, il consuntivo, o equilibrio effettivo tra domanda e offerta di azioni, deve sempre pareggiarsi .Un atteggiamento migliore per affrontare l’analisi dei flussi è quello che deriva dall’esame delle tendenza di liquidità nel sistema bancario ma anche sull’economia nel suo complesso.
Indicatori di struttura del mercato: questi indicatori permettono di tenere sotto controllo la tendenza di vari indici di prezzo, l’ampiezza del mercato, i cicli, il volume del mercato, ecc., con lo scopo di valutare lo stato di salute dei mercati toro e orso. Durante la maggior parte del tempo prezzi e indicatori di mercato crescono e decrescono congiuntamente, ma nelle fasi finali di una tendenza il comportamento di prezzi e indicatori inizia a divergere. Tali divergenze sono indizi di deterioramento tecnico durante le fasi di crescita e di rafforzamento tecnico durante le fasi di declino. L’accorta osservazione di tali indizi di latente forza debolezza mette l’investitore in grandi di scoprire la possibilità di inversione di tendenza del mercato. Poiché l’approccio tecnico è basato sulla teoria secondo la quali il mercato azionario è il riflesso della psicologia della massa (“la folla”) in azione, ecco cerca di prevedere le future oscillazioni di prezzo basandosi sull’ipotesi che la psicologia di massa si muova tra i due estremi di panico, paura, pessimismo da una parte, fiducia, esagerato ottimismo, avidità dall’altra. Lo studio di queste tendenze di mercato mette l’investitore che crede nll’analisi in grado di comprare o vendere azioni con un certo grado di fiducia, basandosi sul principio che una volta che la tendenza ha iniziato il suo cammino lo continuerà fino in fondo. Le oscillazioni di prezzo del mercato possono essere classificate come minori, medie e maggiori. Le prime durano tre o quattro settimane e tendono a essere casuali. Le oscillazioni intermedie si sviluppano da tre a sei mesi. Mentre le variazioni maggiori (chiamate anche primarie o cicliche) si evolvono tipicamente in un periodo da uno a tre anni e riflettono l’atteggiamento degli investitori verso il ciclo economico.
La teoria di Dow
Il 3 luglio 1884 Charles H. Dow, titolare dal 1882 insieme a Edward Jones della Dow-Jones & Co., introdusse un indice di borsa destinato a diventare nel tempo uno strumento indispensabile per l’analisi dei mercati finanziari. Originariamente questo indice era composto da 11 titoli, di questi, nove si riferivano a società di trasporto.
Col tempo furono introdotti nuovi titoli e nel 1928 l’indice comprendeva già i 30 titoli industriali principali della borsa americana. Nello stesso periodo fu introdotto il dow jones utilities, l’indice delle società di servizi pubblici. Dow non ha dato mai struttura e sistematicità al proprio pensiero al di fuori di pochi articoli apparsi sul Wall Street Journal. Solo successivamente attraverso la raccolta, lo studio e la stampa delle sue teorie ci si rese conto dell’importanza del suo lavoro tale da definirlo come nuova teoria economica, la cui valenza ed attualità è ancora oggi indiscutibile. Per questo Dow può essere considerato a tutti gli effetti padre dell’Analisi Tecnica moderna.
L’analisi fondamentale consiste nello studio degli elementi che determinano la quotazione di un bene quindi qualsiasi azione quotata in borsa ha un proprio valore effettivo.
Il mercato tende ad esprimere il “giusto valore” delle azioni ma non sempre ciò accade perché la borsa rappresenta anche l’espressione della psiche collettiva che, in determinati momenti, può forzare in positivo o negativo il reale valore dell’azione stessa (è questo l’effetto della speculazione).
Quando ciò accade si verifica una differenza tra il valore effettivo e il valore di mercato.
Ed è proprio l’analisi fondamentale che dirà all’operatore di vendere, se il bene è sopravalutato, o di comprare, se il bene e sottovalutato.
Il compito dell’analisi fondamentale è quindi di calcolare il valore teorico delle azioni ed occorre:
Indagine strutturale: Valutazione dell’ambiente macroeconomico generale utilizzando le procedure che i governi usano per le proprie scelte di politica economia.
Indagine particolare: Conoscenza delle potenzialità finanziarie della società quotata in borsa e della redditività.
Analisi finanziaria: Per completare l’analisi l’operatore si può avvalere di indici di apprezzamento borsistico tra i quali:
Utile per azione (Earning per Share)
Il rapporto prezzo/utili ( Price Earnings)
La redditività del capitale proprio ( ROE)
Il rapporto utile/vendite (ROS)